Bertolt Brecht ”Epistola serba”, in occasione del bombardamento di Belgrado il 6 aprile 1941                                                                               

A cura di Enrico Vigna, marzo 2017

…..Per NON dimenticare i bombardamenti NATO sulla Jugoslavia del 1999

Per ricordare e NON dimenticare questo 18° triste anniversario, ho ritrovato tra mille carte, queste righe che il grande scrittore tedesco scrisse nel lontano 1941.

Tragico è che dopo 56 anni, la tragedia si è ripetuta e ancora una volta ha lasciato, come in ogni guerra di aggressione: tragedie, morte, miserie, devastazioni sociali e odio.

Qualcuno dice che è il prezzo per la “democrazia occidentale”…

Forse quel qualcuno in quelle terre non ci va, o ci va da turista distratto e opulento.

Per chi ha vissuto sotto le bombe del ’99 e oggi continua in un legame senza fine con quelle genti fiere, dignitose e tenaci…nonostante tutto e tutti, la realtà è un’altra.

Vorrei portare quei “qualcuno” a conoscere, parlare, ascoltare le nostre vedove di guerra, le nostre madri dei rapiti del Kosovo Methoija, i figli dei disoccupati della Serbia, gli sventurati malati di sclerosi del Kosmet, i mutilati e i loro figli della guerra subita, i Padri del Monastero ortodosso di Decani, le donne, i bambini, gli anziani che vivono nelle enclavi…

Ma quei “qualcuno” ormai hanno altro da fare, altro su cui informare, altro di cui giudicare circa “democrazia”, “diritti umani”, “sviluppo”.

A loro delle condizioni di vita materiale della pena quotidiana del vivere delle persone, dei popoli, delle loro anime affrante, violentate ma non ancora dome…non interessa.

Forse sono gli stessi che si sono poi occupati, di Libia, Siria, Donbass, Yemen…ed i risultati sono davanti i nostri occhi…Situazioni terrificanti.

Eppure sono tutti popoli in ginocchio ma non piegati, neanche nella dignità.

E questo non fa dormire sonni leggeri ai potenti e ai dominatori del mondo.

…Eppure si prova una tristezza profonda quando si riflette su tutto questo, e ogni volta lascia buchi neri nell’anima. Perché in questa notte non c’è posto per sogni o illusioni, e la gente semplice e onesta non ha un rifugio per scappare da questi scenari di vampiri e avvoltoi, non ha ripari, trincee, ma quel che è più triste …. neanche con un sogno si va via, perché oggi in quelle terre è anche sempre più difficile sognare oltrechè ridere.

…Eppure con questo straordinario e fiero popolo si riesce ancora, qualche volta, a sorridere e a piangere, con l’anima ed il cuore, come si faceva “normalmente” non tanto tempo fa…., e come, forse, altri torneranno…un giorno, normalmente, a fare.

E come si diceva allora nelle strade e sui ponti della RFJ:

FORSE CI VINCERANNO. MA NON CI CONVINCERANNO!

“Per attaccare i loro vicini,

i rapinatori hanno bisogno del petrolio
E purtroppo noi siamo sulla strada
che li porta ad esso …

Il loro naso annusando il serbato del petrolio,

ha visto il nostro piccolo paese …

Hanno chiamato i nostri capi: dopo due ore di discussione

Essi ci hanno venduto per una macchina da cucire e un assegno

Ma, quando siamo tornati, in carcere li abbiamo scaraventati …

Una mattina, abbiamo sentito il rombo degli aerei su di noi
e il cielo è diventato nero;
il rumore era così forte
che non abbiamo potuto nemmeno sentire le parole dei nostri addii …

Le bombe cadevano e alla sera davanti alle nostre case

c’erano crateri più grandi delle stesse case,

le nostre donne ei nostri bambini in fuga
ma i loro aerei volavano bassi su di loro e li braccavano

per tutto il giorno tutta la nostra terra,

le nostre colline e i campi venivano falciati;
ma nello stesso tempo hanno anche scavato la loro fossa …

Ma su queste colline si è scolpito il vostro volto, la vostra immagine,
e i fiumi usciranno dalla vostra museruola
finchè non avrete stritolato tutto con i vostri denti bestiali!”
………….

Belgrado marzo 1999

Bertold Breht Srpska poslanica

Поводом бомбардовања Београда, 6. априла 1941.

(Превод са немачког Душан Рњак)

 Да би напао своје комшије

потребна ти је нафта, разбојниче

али, ми смо ти на путу

који води до ње…

Носом својим њушкајући из тенка

за нафтом, спазио си нашу малу земљу…

позвао си наше главешине;

после двочасовног чекања

продадоше нас за шиваћу машину и џепарац

али, кад се вратише, у ћорку их стрпасмо…

Једног јутра, чули смо над нама брујање

авиона што нам небо засенише;

бука је била тако јака

да нисмо могли чути речи наших растанака…

Бомбе падоше и рупе се отворише,

веће од наших кућа;

наше жене и деца бежаху

али твоји авиони слетеше ниско и ловише их…

И косише цео дан…

сву нашу земљу;

наша брда и поља

одједном си стрпао у своје жвале…

Али брда су ти посецала образ,

реке истицале из њушке

док их све ниси самлео

својим зверским зубима!

………….

A cura di Enrico Vigna – Forum Belgrado per un Mondo di Eguali

SOS Yugoslavia – SOS Kosovo Methoija – Marzo 2017

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